L’Officina Meccanica Ing. G. Oreglia & C. è stata una delle tante aziende che a partire dai primi anni del ‘900 hanno contribuito alla meccanizzazione del settore agricolo in Italia. Fondata a Piacenza dall'ingegnere Giacomo Oreglia, l’azienda è rimasta attiva fino al secondo dopoguerra producendo motori stazionari, trattori e macchinari agricoli. Insieme alla ditta Bubba, nel 1927 è stata uno dei primi costruttori italiani di trattori con motore a testa calda. Il modello 16 C della collezione del Museo è un raro superstite della produzione di questa azienda. Si tratta di un motore a quattro tempi ad accensione comandata, con uno schema costruttivo molto simile a quello dei coevi motori automobilistici, cioè con i cilindri raggruppati in coppia in due blocchi indipendenti (fissati sul basamento unico), dotato di valvole laterali azionate da due alberi a camme posti nel basamento, ai lati dell’albero motore. Per consentire l’impiego di combustibili meno pregiati ma più economici, il motore ha un particolare sistema di alimentazione, in cui il calore dei gas di scarico era utilizzato per migliorare l’evaporazione del combustibile e quindi la miscelazione con l’aria. Il motore è inoltre dotato di un regolatore automatico di velocità, che controlla il grado di apertura della valvola di laminazione del condotto di aspirazione. La grande puleggia connessa al volano, utilizzata per azionare vari macchinari mediante cinghie piane in cuoio, e la struttura di supporto del motore, con fondo piatto per facilitare la installazione su elementi in muratura, sono elementi caratteristici che identificano l’impiego del motore in impianti stazionari. L’esemplare esposto proviene dall’Istituto Tecnico Industriale Vittorio Emanuele III di Palermo ed è stato oggetto di un restauro integrale nel 2012 presso il laboratorio del Museo.
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Azionamento di macchinne operatrici: pompe idrauliche o generatori di energia elettrica.
Per gentile concessione dell’Istituto Tecnico Industriale Vittorio Emanuele III di Palermo.