La Hanseatische Motorengesellschaft (HMG), fondata nel 1916, è stata una delle tante aziende in Germania che nella prima metà del XX secolo si sono dedicate alla produzione di motori a Diesel per impianti stazionari e per impiego navale. Inizialmente l’attività della HMG era stata avviata per la costruzione su licenza dei motori Callesen e dopo la Prima guerra mondiale ha iniziato a commercializzare motori di propria concezione. Buona parte della produzione della HMG comprendeva i motori Diesel a due tempi a “testa calda”, cioè in grado di funzionare anche con combustibili di scarsa qualità ed elevata temperatura di autoaccensione. A tale fine, questi motori, abbastanza diffusi nella prima metà del ‘900, avevano una camera di combustione con una particolare forma (spesso a bulbo), che consentiva, nelle fasi iniziali di avviamento, di riscaldare facilmente una parte della stessa attraverso una sorgente di calore esterna. Tale fonte di calore veniva poi rimossa quando il motore raggiungeva il regime termico di normale funzionamento, che era sufficiente a mantenere stabile (in ogni ciclo) il processo di autoaccensione per compressione. Oltre che per la loro tipica robustezza costruttiva, i motori stazionari, si caratterizzano per l’impiego assai frequente di un regolatore automatico di velocità che, in questo caso, controlla il funzionamento del motore variando la quantità di combustibile iniettata in camera di combustione in ogni ciclo. L’esemplare esposto proviene dall’Istituto Tecnico Industriale Vittorio Emanuele III di Palermo ed è stato oggetto di un restauro completo nel 2012 presso il laboratorio del Museo.
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Azionamento di macchinne operatrici: pompe idrauliche o generatori di energia elettrica.
Per gentile concessione dell'Istituto Tecnico Industriale Vittorio Emanuele III di Palermo.