A partire dalla fine del XIX, l’intenso sviluppo tecnologico dei motori a combustione interna, da cui derivano quelli oggi largamente diffusi, ha determinato il progressivo ed irreversibile abbandono dei motori a vapore alternativi, sia in ambito industriale sia nei mezzi di trasporto. Questo motore stazionario, costruito intorno al 1890 dalla Società Italiana Langen & Wolf di Milano (filiale della Langen & Wolf Gasmotorenfabrik di Vienna), rappresenta uno dei primi modelli di macchine a combustione interna ad essere diffusi ed impiegati come alternativa ai motori a vapore. Il suo schema costruttivo comprende i principali sistemi utilizzati nei primi motori ad accensione comandata, alimentati a gas. In particolare, esso è dotato di un sistema di distribuzione archetipo con una valvola di aspirazione "a cassetto", strettamente derivata da quella ampiamente utilizzata nelle macchine a vapore dello stesso periodo. Il motore è dotato di un dispositivo di accensione rudimentale, in cui una piccola fiamma pilota (mantenuta sempre accesa) innesca la combustione in ogni ciclo quando entra in contatto con la miscela di aria e gas all’interno del cilindro, attraverso la rapida e breve apertura di una valvola a saracinesca. In particolare, questo esemplare, originariamente impiegato per l’azionamento di una pompa idraulica in una villa privata, nel 2012 è entrato a fare parte della collezione del Museo grazie alla gentile donazione della sig.ra Gaetana Saporito Scalia.
Clicca qui per ascoltare l’audioguida su izi.TRAVEL
Azionamento di macchine operatrici: pompe idrauliche o generatori di energia elettrica.
Per gentile donazione della sig.ra Gaetana Saporito Scalia.