L’Alfa Romeo 110 I è un motore per piccoli velivoli da turismo e da addestramento, sviluppato all’inizio degli anni ’30 a partire dal motore inglese de Havilland Gipsy Major. Venne prodotto fino alla fine degli anni ‘40 in circa 500 esemplari, attraverso tre serie costruttive, in ciascuna delle quali furono introdotte varie modifiche e miglioramenti prestazionali: la seconda versione, detta 110 bis, fu introdotta nel 1938 e la terza, 110 ter, nel dopoguerra. Il motore ha uno schema costruttivo semplice e abbastanza diffuso nella categoria di propulsori di piccola e media potenza: ha quattro cilindri in linea invertiti ed è privo di sistema di sovralimentazione e di riduttore di velocità per l’azionamento dell’elica, che è collegata direttamente all’estremità anteriore dell’albero motore. Nel suo complesso il motore risultò molto versatile, affidabile e di semplice manutenzione. Grazie a tali caratteristiche fu adoperato in molteplici velivoli, sia prodotti in serie, sia prototipi.
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Velivoli SAI Ambrosini S.1001; Saiman 202; Breda Ba.79; FIAT G.2; Calzoni AC.240; CANT Z.1010 e Z.1012; Caproni 167.
L'esemplare esposto fa parte del patrimonio storico della Aeronautica Militare Italiana ed è stato restaurato dal Museo dei Motori nell’ambito di un progetto di ricerca, tutela e valorizzazione museale di motori aeronautici di varie epoche, realizzato congiuntamente tra la Forza Armata e l’Ateneo di Palermo in occasione del Centenario dell'istituzione dell'Aeronautica Militare.