Questo prototipo di motore Diesel a due tempi è stato studiato e ideato all’inizio degli anni ‘60 presso l’ex. Ist. di Macchine dell’Università di Palermo. Il motore è costituito da due corpi contro-oscillanti aventi ciascuno tre stantuffi tronco-toroidali disposti a 120° che costituiscono 6 camere di combustione di analoga geometria. Ciascuno dei due corpi contro-oscillanti è collegato esternamente al telaio tramite un anello in acciaio contenente un meccanismo “a ruota libera” a rulli, per la trasmissione unidirezionale del moto. Internamente i dei due corpi contro-oscillanti sono reciprocamente collegati da un meccanismo con ruote coniche che aziona l’albero motore conferendogli un moto rotatorio. A fronte di una certa riduzione delle dimensioni complessive del motore, il sistema di trasformazione del moto è caratterizzato da sollecitazioni impulsive particolarmente gravose rispetto a quelle presenti in un manovellismo di spinta ordinario. Sebbene in passato questa tipologia di motori sia sperimentata con molteplici soluzioni costruttive, non è mai stata adottata per la produzione in serie da nessuna delle princioali case automobilistiche. Questo sistema, come tanti altri, testimonia la varietà di soluzioni costruttive “non convenzionali” che sono state studiate in passato nel continuo processo di ricerca e sviluppo dei motori a combustione interna.
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Autoveicoli ed azionamento di macchinari industriali.