Le nuove regole decise dalla FIA nel 1964 per la stagione del 1967 specificavano che per correre nel campionato di F2 ogni macchina doveva essere dotata di un motore derivato da quello di una automobile di serie, costruia in almeno 500 esemplari nel 1966. Non era necessario che la cilindrata fosse la stessa, bastava che ne fosse utilizzato il basamento. In quegli anni la Ferrari non era in condizioni produrre una macchina stradale in tale quantità. L’attività dell’azienda si divideva essenzialmente tra la produzione di esclusive vetture granturismo, in piccola serie ed in modo quasi artigianale, e le attività agonistiche con le proprie vetture da competizione. Enzo Ferrari avviò allora delle trattative con Giovanni Agnelli, presidente della FIAT, che si tradussero in un accordo, presentato alla stampa nel 1965, in cui la Ferrari si impegnava nella progettazione di un motore V6 in collaborazione con la FIAT e quest'utima si impegnava nella realizzazione di una nuova vettura e nella costruzione del motore ad essa destinato, in numero sufficiente per ottenere l'omologazione in F2. Nella progettazione del motore la Ferrari si avvalse di quanto già fatto dalla metà degli anni ’50 quando avviò lo studio e la produzione di un motore a sei cilindri a V di 65°, nato per opera dell’ing.Vittorio Jano e di Alfredo Ferrari, detto Dino, figlio del fondatore della scuderia. Dopo la morte prematura di quest’ultimo, il motore V6 Ferrari ne assunse il nome e negli anni seguenti ebbe grande fortuna: continuamente sviluppato con cilindrate da 1500 a 2000 cm³, equipaggiò molte vetture Ferrari da competizione. Il prodotto finale della collaborazione tra Ferrari e FIAT si concretizzò nella realizzazione della FIAT Dino Spider 2000 dotata di un motore dall’impostazione sportiva e di costruzione leggera in alluminio, rivisto e adattato alla produzione in serie. Superate le 500 unità, il motore, opportunamente elaborato, fu pronto per correre nel 1967, consentendo alla Ferrari di vincere il campionato del mondo di F2 nel 1968 con la Dino 166 F2. Dopo la FIAT Dino Spider venne presentata la FIAT Dino Coupé ed anche la SEFAC (Ferrari) avviò la produzione di una vettura sportiva stradale, denominata 206 GT, con lo stesso motore V6, collocato però in posizione posteriore e trasversale.
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FIAT Dino 2000 (coupé e spider, 1966-1968)
Dino 206 GT (coupé 2 posti, 1968-1969), con motore e cambio trasversali