Realizzata su progetto dell’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio a partire dal 1946, la Vespa divenne in breve tempo il prodotto di punta della rinascita industriale della Piaggio dopo la Seconda guerra mondiale. Dopo il lancio della prima serie la Piaggio sviluppò nuovi modelli con maggiore cilindrata e migliori prestazioni e alla fine del 1954, oltre al modello 125 e 150 GS, fu introdotta in serie anche un’altra versione con cilindrata 150 cc ma con caratteristiche meno sportive. Identificato dal prefisso VL nel telaio, il nuovo modello, era dotato di un nuovo faro realizzato in pressofusione di lega di alluminio, che incorporava il contachilometri, mentre la ruota di scorta (prevista sempre come accessorio) era posizionata trasversalmente dietro lo scudo. La novità più importante a livello tecnico concerne il motore: rispetto al modello precedente fu deciso di introdurre in serie il motore “quadro”, ovvero con alesaggio e corsa del pistone di pari dimensioni (57 mm), in modo da ottenere la stessa cilindrata con un minor alesaggio e ridurre le sollecitazioni meccaniche sullo spinotto del pistone, sulla testa di biella e sui cuscinetti di banco del motore. Per diminuire la rumorosità a freddo del motore, il pistone fu inferiormente allungato di 3 mm e provvisto alla base di ponticelli, in modo da limitare la possibile deformazione del mantello del pistone. Il cilindro fu allungato analogamente nella parte inferiore e la canna fu aumentata di spessore e provvista anch’essa di ponticelli alla base. La Vespa 150 fu realizzata in tre serie costruttive fino al 1956. La terza e ultima di queste, denominata VL3T, si distingue rispetto alle precedenti per la sella con sospensione posteriore a molla unica, per la diversa forma del faro e per l’adozione di un nuovo contachilometri con fondo scala chiaro. Proprio in tale versione, il 28 aprile 1956, fu prodotta nella fabbrica di Pontedera la milionesima Vespa, a testimonianza del grande successo commerciale e del periodo di notevole crescita economica tra gli anni ’50 e ’60.
L’esemplare esposto appartiene alla terza serie costruttiva e presenta varie modifiche estetiche frutto di elaborazioni e personalizzazioni tipiche degli anni ’60. Proviene dal Deposito Corpi di Reato del Tribunale di Palermo in cui è rimasto custodito dal 1968 a seguito di procedimento giudiziario. La sua esposizione museale è il frutto del progetto di collaborazione tra il Museo dei Motori e il Tribunale di Palermo, avviato nel 2025 e volto alla tutela e alla valorizzazione di beni motoristici di interesse storico.
Clicca qui per ascoltare l’audioguida su izi.TRAVEL
Per gentile concessione del Tribunale di Palermo