Il freno dinamometrico è un’apparecchiatura che serve per generare il carico resistente necessario al rilievo sperimentale delle prestazioni di un motore. In passato i freni più diffusi, soprattutto per le applicazioni di maggiore potenza, sono stati quelli di tipo idraulico, in cui il carico resistente è generato dall’attrito viscoso dovuto al moto di una girante immersa in un liquido (generalmente acqua). Nei freni più antichi la girante è costituita da uno o più dischi rotanti compresi fra dischi fissi solidali allo statore; lo spazio tra parti fisse e mobili è molto piccolo per cui l’acqua interposta è trascinata in moto vorticoso dalla girante e, scaldandosi per attritto interno, trasforma in calore il lavoro compiuto dal motore. Facendo circolare continuamente l’acqua attraverso il freno, il calore generato è smaltito all’esterno. Per aumentare la resistenza frenante in genere i dischi vengono forati. La resistenza che l’acqua oppone alla rotazione del rotore reagisce sullo statore producendo una coppia uguale e contraria a quella generata dal motore; questa è misurata con una bilancia (o con un dinamometro) applicata all’estremità di una leva solidale allo statore. La regolazione del carico resistente è ottenuta variando il livello dell’acqua all’interno del freno. Il rotore del freno è collegato direttamente al motore tramite un giunto meccanico e il calcolo della potenza è ottenuto dalla misura della coppia motrice e della velocità di rotazione del motore.
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