Alla fine degli anni ’60 l’Alfa Romeo avviò lo sviluppo di un nuovo motore con 6 cilindri a V di 60° destinato alle sue vetture di media e alta gamma, in sostituzione del modello con sei cilindri in linea. Dopo il rallentamento del progetto iniziale dovuto alle conseguenze della crisi energetica della prima metà degli anni ’70, nel 1979 la prima versione del motore fece il suo debutto con una cilindrata di 2.5 litri equipaggiando la berlina Alfa 6 e subito dopo il coupé GTV 6. Negli anni a seguire il motore fu oggetto di molteplici sviluppi tecnici e prestazionali, che diedero origine a varie versioni con cilindrate comprese tra due e tre litri, inclusa la realizzazione di una versione da 2 litri sovralimentata. Tali motori furono impiegati a lungo in numerosi modelli, tra cui le Alfa Romeo 75, 164, 155, 166 e 156, in altre berline Lancia e FIAT, nonché in vetture da competizione attraverso opportune elaborazioni. Nel 1992 la gamma dei motori V6 venne rinnovata attraverso l’impiego di nuove teste del relativo sistema di aspirazione e alimentazione con 4 valvole in ogni cilindro, introdotte inizialmente nel motore da 3 litri di cilindrata. Da questo venne derivata la versione di 2.5 litri da 190 CV destinata alla berlina 156, presentata nel 1997, ed in seguito impiegata anche in alcune versioni del berlina 166 di classe superiore. Grazie alle sue qualità tecniche e prestazionali, nel 2000 quest’ultima versione fu insignita del prestigioso premio internazionale “Engine of the year award” nella classe di cilindrate comprese tra 2 e 2.5 litri. La più potente versione da 3.2 litri e 250 CV, presentata nel 2002 per le versioni più sportive GTA della 147 e della 156, fu, insieme al modello da 2.5 litri, l’ultima di una vasta gamma di motori V6 dell’Alfa Romeo, oggi comunemente denominati “Busso”, dal cognome di uno dei suoi più celebri progettisti. Entrambi i modelli furono gli ultimi motori ad essere prodotti fino alla fine di settembre del 2004 nello storico stabilimento di Arese, oggi sede del Museo Storico Alfa Romeo.
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Alfa Romeo 156 e 166
Per gentile concessione del Museo Storico Alfa Romeo