Lo Jumo 211 fu uno dei motori aeronautici Junkers di maggiore successo e diffusione. Il suo prototipo venne realizzato nella metà degli anni ’30 a partire dal modello 210 per ottenere un aumento di prestazioni richiesto dal Ministero dell’Aeronautica tedesco, mantenendo lo schema costruttivo con dodici cilindri a V invertiti e il sofisticato sistema di iniezione diretta del combustibile. La sua produzione in serie, avviata nel 1937, venne ripartita in diversi siti, raggiungendo un totale di oltre 68000 unità nel 1944. La Junkers realizzò varie versioni del motore 211, caratterizzate da miglioramenti tecnici e prestazionali: la versione J, introdotta 1942, è una delle più potenti tra quelle prodotte in serie e si contraddistingue per l’impiego di un intercooler. La maggior parte dei motori Jumo 211 fu utilizzata in velivoli da bombardamento, tra i quali gli Junkers Ju 87 Stuka (abbreviazione di Sturzkampfflugzeug, velivolo da combattimento in picchiata), in dotazione anche in alcuni reparti della Regia Aeronautica durante la Seconda guerra mondiale.
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Velivoli Junkers Ju 87 D Stuka (Sturzkampfflugzeug) e Junkers Ju 88 A-4.
L'esemplare esposto fa parte del patrimonio storico della Aeronautica Militare Italiana ed è stato restaurato dal Museo dei Motori nell’ambito di un progetto di ricerca, tutela e valorizzazione museale di motori aeronautici di varie epoche, realizzato congiuntamente tra la Forza Armata e l’Ateneo di Palermo in occasione del Centenario dell'istituzione dell'Aeronautica Militare.