Alessandro Anzani fu uno dei più importanti pionieri della motoristica aeronautica. Di origini milanesi, si trasferì in Francia all’inizio del ‘900, dove si dedicò inizialmente a varie attività motoristiche, tra cui il motociclismo sportivo, cimentandosi nella realizzazione di motori a benzina di sua concezione. In seguito si dedicò al nascente settore aeronautico avviando lo sviluppo e la costruzione in serie di una vasta e rinomata gamma di motori, con vari livelli di potenza. Tutti erano raffreddati ad aria con cilindri fissi, a differenza di altri costruttori dell’epoca che invece prediligevano lo schema costruttivo con cilindri rotanti. I primi modelli, derivati dai motori motociclistici, avevano 3 cilindri a W distanziati di 60° (detti anche a ventaglio o semiradiali). In seguito, quando fu appurato che i cilindri disposti con la testa verso il basso (cioè invertiti) non presentavano particolari problemi di lubrificazione, Anzani sviluppò motori radiali, con schemi più complessi e un numero maggiore di cilindri, ottenendo modelli con potenze massime crescenti da 30 fino a 200 CV. I suoi motori furono utilizzati in numerosi velivoli e vennero prodotti su licenza in vari paesi, diffondendosi rapidamente grazie alla loro semplicità costruttiva ed alla loro affidabilità. Louis Blériot utilizzò un motore Anzani a tre cilindri quando compì il primo attraversamento in volo del canale della Manica. Inoltre, i motori Anzani risultavano più economici dei loro diretti concorrenti ed il prezzo di vendita veniva calcolato in modo direttamente proporzionale alla potenza massima erogata. Il motore A2 venne sviluppato alla fine del 1909 e costituisce una prima importante evoluzione rispetto ai modelli con cilindri a W, dai quali differisce per l’originale disposizione a Y invertita, con cilindri distanziati di 120°. Tale schema costruttivo rappresenta infatti la configurazione più semplice per un motore con cilindri a stella. Da esso furono sviluppati i modelli a doppia stella con 6 cilindri e in seguito quelli con un numero maggiore di cilindri, fino a 20 su quattro stelle da 5 ciascuna (modello realizzato nel 1914).
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Velivoli Blériot, Deperdussin, Sommer etc.
L'esemplare esposto fa parte del patrimonio storico della Aeronautica Militare Italiana ed è stato restaurato dal Museo dei Motori nell’ambito di un progetto di ricerca, tutela e valorizzazione museale di motori aeronautici di varie epoche, realizzato congiuntamente tra la Forza Armata e l’Ateneo di Palermo in occasione del Centenario dell'istituzione dell'Aeronautica Militare.